Stephanie Gengotti
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Stephanie Gengotti

Stephanie Gengotti vive per viaggiare e fotografare; e grazie alla fotografia fa viaggiare chi osserva le sue immagini. La doppia nazionalità italiana e francese costituisce un valore aggiunto al suo bagaglio culturale, frutto di un caleidoscopico e composito assemblaggio tra le parti greche, nipponiche e americane della sua famiglia.

La sua casa romana è il punto di partenza per le sue molteplici esplorazioni, il laboratorio dove preparare ed elaborare gli ingredienti del suo storytelling. I genitori, assistenti di volo, le hanno permesso di volare e scoprire il mondo dai primi anni dell’infanzia. Senza ipocrisie e senza falsi miti : aveva solo 7 anni quando il padre le mostrò una strada di Bombay dove i bambini erano costretti a prostituirsi.

Forse per questo ha sviluppato da subito uno sguardo attento sulla realtà circostante e su quella globale, con una insopprimibile urgenza di narrare, calandosi a fondo negli aspetti meno esplorati del consesso umano. Dai campi dei gitani, agli sperduti villaggi africani, mescolando senza timori ritrattistica e paesaggio come diverse parti del Tutto. Il suo occhio non ha la pretesa di giudicare la realtà, ma si accompagna a quello dei soggetti per raccontare il lato più intimo e segreto delle persone e dell’ambiente.

L’originalità del suo approccio e la sua personalità libera e lontana da schemi precostituiti, si esplica attraverso un’accurata scelta di progetti a lungo termine, come nel caso di ‘9 months’ durato due anni: la storia delle madri adolescenti di Napoli, pubblicata poi in forma di libro nel 2014 dalla casa editrice francese Les Arènes – 6 Mois.

L’arte fotografica diventa un medium quasi terapeutico, un canale senza filtri per comunicare con il soggetto, in un flusso di condivisione continua per illuminare le zone d’ombra e gli aspetti irrisolti della coscienza del Soggetto e dell’Artista; spesso la necessità di instaurare un rapporto empatico e diretto, la conduce a vivere nella stessa casa e nella medesima quotidianità dei protagonisti delle sue storie. Lo scatto fotografico diventa quindi solo l’ultimo atto, la catarsi, di un lento e lungo percorso di conoscenza.

Laureata come interprete in inglese e francese, si diploma in fotogiornalismo alla Scuola Romana di Fotografia, dove segue anche un master di moda e ritratto.

Collabora con testate italiane e mondiali, quali l’Espresso, Stern, The New York Times, Yo Dona, El Mundo.

Nel 2010, con il progetto ‘Along The River’, vince il premio FNAC.

Attualmente è rappresentata da l’Agence Myop in Francia. Le sue opere sono state esposte in gallerie e festival italiani ed internazionali.

 

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